Negli ultimi anni, consumatori attenti alla salute del pianeta hanno iniziato ad acquistare capi creati con tessuto rigenerato e biologico. Il cotone appartiene ad uno di questi tessuti e può essere sia rigenerato che biologico.
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ToggleNumerose aziende tessili hanno iniziato a produrre vestiti con cotone biologico e, attraverso l’utilizzo di fondi specifici appositi, ad aiutare i coltivatori a coltivare cotone biologico nei propri campi. Tuttavia, il cotone rigenerato prevede un riutilizzo del cotone precedentemente utilizzato dalle aziende tessili per la produzione di vestiti, salvaguardando lo spreco degli scarti di altre lavorazioni e rientrando a pieno titolo nell’economia circolare del riciclo.
Il cotone rigenerato è il risultato del riciclo del cotone precedentemente scartato, inutilizzato, o utilizzato precedentemente per la creazione dei vestiti già immessi nel mercato e successivamente scartati. Attraverso un ciclo di lavorazione, al cotone viene data nuova vita, rigenerandolo.
Inoltre, il cotone non deve essere necessariamente solo 100% cotone. Esso può essere abbinato ad altre fibre da rigenerare durante il ciclo, e può creare un altro tipo di tessuto da utilizzare nel pieno rispetto della natura e dell’economia del riciclo.
La società necessita di più cotone rigenerato per poter evitare gli sprechi e per colmare il divario fra i paesi ricchi ed i paesi poveri, lavorando attivamente anche per la riduzione di gas serra e riscaldamento atmosferico.
Il cotone rigenerativo è il risultato di un processo di riciclo, e di un’azione attenta durante la coltivazione del cotone stesso attraverso l’utilizzo dell’agricoltura rigenerativa.
Se, da un lato, la produzione di cotone biologico costituisce un punto di svolta nell’assenza di pesticidi, prodotti chimici e nella promozione della tecnica del compostaggio, il cotone rigenerato contribuisce anch’esso attivamente alla riduzione degli sprechi, reimmettendo nel mercato quantità di cotone già prodotto e precedentemente utilizzato.
Concretamente, questo comporterà una riduzione dell’utilizzo dell’acqua, dell’energia elettrica, di materie prime: meno spreco, più riciclo.
Il cotone rigenerato rappresenta le nuove frontiere per evitare sprechi, per sensibilizzare il consumatore al fenomeno dell’economia circolare e del riciclo.
Alla base del cotone rigenerato c’è la coltivazione del cotone standard e biologico, quest’ultimo senza l’utilizzo di pesticidi durante la coltivazione, tuttavia il cotone rigenerato rappresenta lo step successivo del riciclo del cotone, evitando che gli scarti di lavorazione del cotone vengano gettati e lavorando attivamente alla riduzione della povertà nel mondo.
Per favorire attivamente il processo di cotone rigenerato, alla base è necessario che tutti i settori coinvolti nella produzione di cotone diventino rigenerativi.
Fra questi, un’azione importante viene svolta dall’agricoltura rigenerativa.
L’agricoltura rigenerata prevede una lavorazione quasi assente del terreno di coltivazione del cotone, riducendo le fasi di aratura del terreno. Inoltre, la coltivazione delle piante di cotone sarà più ravvicinata e richiederà meno spazio, comportando più piantine nello stesso spazio di coltivazione.
Vi sarà, inoltre, una rotazione della coltivazione nello stesso campo. Un campo non sarà adibito solo alla coltivazione di cotone ogni anno, bensì ci sarà una sorta di ciclo di rotazione per permettere al terreno di rigenerarsi.
La creazione di vestiti a base di cotone rigenerato prevede un utilizzo minore di risorse. Meno risorse, meno sprechi.
Come sappiamo, le aziende di moda sono responsabili di sprechi sia durante il processo di produzione, che a seguito dei troppi acquisti ravvicinati provocati dalla moda veloce.
Tuttavia, negli ultimi anni è stato possibile osservare un’inversione di tendenza. I consumatori hanno iniziato ad osservare che i vestiti generati dalla moda veloce sono di qualità inferiore e sono dettati dalla necessità di immettere nel mercato nuovi vestiti in continuazione per ottenere sempre maggiori guadagni.
Il nuovo fenomeno della moda lenta prevede l’acquisto di meno capi ma più di qualità, e il cotone rigenerato può essere un tessuto di qualità che permetta di risparmiare sprechi durante il processo di lavorazione.
Questa inversione di tendenza rappresenta un ritorno al passato in cui la moda non era così veloce, i capi duravano di più e potevano essere indossati anche a distanza di molti anni restando di qualità.
Rigenerare il cotone significa dare nuova vita al cotone precedentemente scartato, riutilizzandolo e contribuendo attivamente alla riduzione dei gas serra e del riscaldamento globale.
Alla base del cotone rigenerato c’è la volontà di riciclare, ricostruire, evitando sprechi nel pianeta.
Inoltre, l’agricoltura rigenerativa lavora in questa direzione, lavorando attivamente per proteggere la biodiversità, garantire un ricambio delle coltivazioni nei campi, e riconoscendo attivamente che gli sprechi vanno evitati sin dalle basi della creazione del tessuto, cioè limitandoli già attraverso il processo di coltivazione del cotone.
L’impatto sull’ambiente dell’agricoltura rigenerativa e della lavorazione del cotone rigenerato è inferiore rispetto alla produzione di cotone standard.
Infatti, l’intero processo di produzione prevede l’utilizzo di meno acqua, meno elettricità ma soprattutto il riutilizzo di materie prime quali, appunto, gli scarti di produzione del cotone, il riutilizzo di cotone già immesso nel mercato e successivamente scartato dal consumatore, e un generale rispetto della natura.
Il processo di produzione del cotone rigenerato contribuisce attivamente a colmare il divario fra i paesi ricchi e i paesi poveri e la moda sta lavorando attivamente in questa direzione, educando il consumatore all’acquisto di capi generati in cotone biologico, rigenerato, e limitando gli acquisti seguendo ora il processo della nuova “moda lenta”.
Limitare gli acquisti significa sfruttare al meglio i capi già utilizzati, evitando di entrare nella mentalità dello spreco continuo.
Riflettete, quindi: acquistare due capi invece di dieci, acquistarli due volte all’anno invece di cinque, indossare quei capi fino all’usura invece di gettarli nella spazzatura al primo cambio di stagione contribuirà attivamente alla riduzione degli sprechi, a limitare la povertà nel mondo, e a favorire il processo della moda lenta, incentivando le aziende tessili a produrre meno capi ma che siano più di qualità.
Il processo del cotone rigenerato lavora in questa direzione, riciclando il tessuto e limitando gli sprechi di materie prime, risorse e coltivazione.