Avete mai sentito parlare di tessuto tinto in filo? Probabilmente sì ed è per questo che siete giunti sin qui, del resto è ampiamente utilizzato da ogni fabbrica di filati. Ad ogni modo scopo di questo articolo è chiarire nel dettaglio cosa si intende per tessuto in filo, come sceglierlo e cosa c’è da sapere in merito. La prima cosa da dire è sicuramente questa: tanto il filo della trama quanto quello dell’ordito sono già tinti. Questo cosa ci dice? Ci dice o meglio, ci evidenzia una differenza con il tessuto tinto in pezza. In questo specifico caso i fili utilizzati sono bianchi. Solo dopo che è terminato il processo di tessitura, il tessuto è tinto in pezza.
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ToggleDopo aver detto velocemente di che cosa si tratta il tessuto tinto in filo è bene entrare più nel dettaglio e in particolare spiegare quali sono le caratteristiche principali per imparare a riconoscere immediatamente questo tipo di tessuto. Chiarito che il processo di tintura è effettuato prima che i fili siano intrecciati per formare il tessuto, vediamo altre caratteristiche. Innanzitutto l’uniformità del colore. Questa peculiarità è dovuta proprio al fatto che i fili sono tinti precedentemente alla tessitura, di conseguenza il colore si distribuisce con estrema uniformità.
Questo tipo di tessuto presenta una grande resistenza all’usura ed ai lavaggi poiché la tintura penetra a fondo nel filo, dunque i colori restano vivaci nel tempo. È un tessuto, inoltre, che ha un effetto reversibile nel senso che su entrambe le facce presentano la medesima qualità e intensità del colore. Una simile caratteristica torna sicuramente utile nel caso, per esempio, di tovaglie, copriletti e lenzuola. Altra cosa che merita la pena di essere portata alla vostra attenzione è che essendo i fili tinti separatamente, si possono creare dei motivi anche molto complessi e dettagliati.
Ci sono diversi tipi di tessuto Tinto in Filo. Questo può essere a quadri oppure a strisce, ma anche a croce o pois oppure ancora, ikat. Quest’ultimo richiede un approfondimento in favore di quanti non ne hanno mai sentito parlare. L’Ikat è un metodo particolare di tintura e tessitura. In pratica gruppi di fili vengono intrecciati insieme per la tintura e sono tenuti insieme durante il processo di tessitura. In questo modo si crea un disegno simmetrico. Il Ratiera è caratterizzato da crocette, linee o punti. Il Gingham, invece, è un motivo che si ottiene dall’intreccio di due diversi colori di filati. Il risultato finale è un tessuto a quadri. Anche il denim è un tessuto tinto in filo.
Le tecniche impiegate per ottenere il tessuto tinto in filo sono varie e tutte si applicano al filo prima della tessitura. In quello che viene definito “metodo della tintura ad immersione”, i fili bianchi sono immersi nel colore il quale li permea uniformemente. Nel caso dello Space Dyeing il filo è colorato per sezioni con colori diversi. In questo modo quando si tessono i fili, si ottiene un motivo a righe.
La tintura a getto d’aria è un processo che “sparando” il colore sulla superficie del filo, si ottiene una distribuzione uniforme della tinta. Nel caso della “tintura ad alta temperatura”, durante il processo di colorazione, la temperatura alta assicura una maggiore fissazione del colore al filo. Il caso contrario è rappresentato dalla tintura a bassa temperatura dove per ottenere effetti particolari al tessuto finito, il filo subisce un processo di tintura a bassa temperatura.
Possono esserci più ragioni che giustificano o se preferite, consigliano la scelta di questo tessuto che ha un aspetto unico grazie alla variazione del colore dei fili ma anche per la durevolezza del colore che resiste a centinaia di lavaggi. La tintura in filo, poi, consente di creare dei motivi che vanno dalle righe ai quadri passando, inoltre, per una serie di variazioni di colore che non si potrebbero ottenere con altri metodi di tintura.
Soprattutto negli ultimi anni questo tessuto ha riscontrato una crescente popolarità, di conseguenza gli usi si sono incrementati tanto nel settore dell’abbigliamento quanto in quello dell’arredamento. Si realizzano jeans e pantaloni ma anche giacche e cappotti così come le camicie. Neanche il settore dell’arredamento può più fare a meno di questo tessuto: si producono tende ma anche copriletti e fodere per i cucini. Impiego lo troviamo anche nella tappezzeria, pensiamo al jacquard. Infine, è un tessuto che viene utilizzato anche per accessori quali sciarpe, cappelli e cravatte.
In vero non si può dire che ci sia una stagione adatta in quanto dipende dal tessuto e dallo spessore pertanto possiamo dire che il tessuto tinto in filo va bene sia quando fa freddo sia quando fa caldo. Ma spieghiamoci meglio con alcuni esempi. Ecco, il filo di lino tinto va benissimo per confezionare abiti leggeri da indossare d’estate o magari in primavera. Il denim, invece, va sicuramente meglio quando comincia a far freddo senza dimenticare che si può fare un bel plaid. In sostanza, quei tessuti che hanno una trama spessa, vanno bene per l’inverno mentre quelli con una trama leggera sono perfetti per la primavera e l’estate.
Ci sono alcuni aspetti da osservare che possono aiutare a riconoscere un tessuto tinto in filo se ci si trova al suo cospetto. La prima cosa da osservare è l’uniformità del colore che deve essere tale su entrambi i lati. Per i più dettaglisti, si può ispezionare la trama e l’ordito: entrambi devono avere la stessa intensità e uniformità del colore. Il colore va analizzato anche per la sua densità, in altre parole, bisogna controllare se il colore dà l’impressione di penetrare il tessuto. Naturalmente questi sono dettagli da osservare in assenza di un’etichetta che dia le informazioni necessarie.